Cavalli Camargue

 
 
 
  Puledro di una settimana Come arriva da noi questo stupendo cavallo? Se si escludono sparute importazioni di alcuni pionieri, il primo massiccio sbarco di Camargue in Italia risale ad una quindicina di anni or sono. All'epoca un ricco commerciante del ferrarese si innamora perdutamente di questa razza. Vive in luogo molto simile alla Camargue, il delta del Po. Decide di importare alcuni esemplari e cominciare così un allevamento mirato.
  Oggi senza dubbio il camargue è il cavallo più diffuso nella provincia di Ferrara, ed è abbondantemente diffuso in tutta l'Emilia Romagna, tanto da meritarsi un riconoscimento a livello regionale e, cosa molto più importante, un registro genealogico.
  La sua rapida diffusione è senza dubbio dovuta alla facilità di allevamento. Soggetto molto frugale, è senza ombra di dubbio molto più semplice da alimentare di tante razze nostrane. Inoltre cresce decisamente bene 'a brado', tanto che i soggetti migliori si possono osservare in tutti quegli allevamenti che hanno adottato questa filosofia.
 
Fattrici nella nebbia

  Allevare a brado, significa crescere i propri cavalli lasciandoli il più possibile in una condizione di vita selvatica. In recinti ampi, più o meno esposti alle intemperie, magari con una tettoia sotto cui il quadrupede può scegliere di ripararsi, alimentati a sufficenza da integrare una dieta di pascolo. Fondamentale è lo spazio: più è, meglio è; il cavallo è una creatura grande, nata per spazi grandi; è follia pretendere di limitarlo a tre metri per tre. Certo oggi queste condizioni non sono facili da trovare in un paese sovrappopolato come l'Italia, ma in zone marginali, come il delta del Po, o le regioni del centro, dove la terra non manca, assistiamo alla nascita di bellissimi allevamenti che si rifanno a queste tecniche. Altro grande vantaggio è il numero limitato di persone che sono necessarie per portare avanti un allevamento di questo tipo, e infatti la maggior parte sono 'aziende di famiglia', cioè gestite con il solo lavoro dei propri familiari. Questo garantisce anche la passione di chi alleva e vende, contribuendo ad innalzare il livello qualitativo.
 
Cavalli in acqua

  Anche nell'allevamento si è cercato di conservare le tradizioni francesi, così da noi come da loro si alleva solo in purezza di razza. Il mescolare sangue di altri cavalli è considerato pressapoco una bestemmia. Altra particolarità è il calendario delle nascite, utile strumento per stabilire l'età di un soggetto. In pratica ogni anno si incrementa una lettera dell'alfabeto e tale lettera diventa l'iniziale del nome dei puledri di quell'annata; l'ultima volta che si è partiti dalla 'A' è stato nel 1988, il calendario non tiene conto delle lettere 'W' e 'Z'. Per maggior chiarezza ho stilato una tabella per stabilire l'età dei cavalli. "clicca qui" per vedere la tabella. La lettera, insieme al numero progressivo di nascita ed al marchio dell'allevamento vengono poi marchiati a fuoco al puledro. La lettera e il numero sul collo, il simbolo dell'allevamento sulla coscia, il tutto sul lato sinistro. Questa pratica, ad ulteriore conferma della qualità dell'allevamento, non è molto diffusa in Italia, mentre risulta obbligatoria per il rigidissimo regolamento del registro genealogico francese. In più da noi si è voluto applicare il microchip d'identità presente in tutte le razze italiane.
 
Puledra di due settimane

  Le linee di sangue presenti nel nostro paese sono ormai diverse e variegate. Esistono soggetti più o meno leggeri o con caratteri più o meno brillanti. Esiste ormai un soggetto adatto quasi per ogni attività dell'equitazione. Tali linee sono riassunte nello schema seguente: "clicca qui"
In italia distiguiamo quattro linee fondamentali e quattro minori o in sviluppo, ma in ogni caso la maggior parte dei soggetti sono discendenti da quella principale del maggior capostipite italiano, ovvero l'ormai mitico Mamba.
 
  Per chiunque fosse interessato ad approfondire l'argomento, consiglio una visita all'allevamento più vicino, ne ho qui stilato un piccolo elenco. Non abbiate paura di chiedere ed osservare come si alleva, non esistono segreti che non si possono raccontare, perchè il buon allevamento è fatto soprattutto di buoni cavalli e tanta passione, non di trucchi.