Nettuno,Dio del Mare, percorreva il suo dominio sul suo carro trainato da nove
cavalli bianchi, quando, passando davanti all'imboccatura del fiume-re, Lou
Rosè, il Rodano dalle molteplici braccia, egli incontrò un umano che si era
immerso e nuotava lamentandosi, non sembrando trovare alcun piacere nel suo
bagno. Nettuno un pò irritato gli domandò: "Chi sei tu, borbottò puntando verso
di lui il suo tridente, e perchè vieni nel mio regno se non è per tuo piacere,
nè per trovarvi il tuo nutrimento?"
"Sono Lou Camarguen, il Camarghese, rispose lui, fissando le tre punte di
bronzo dirette verso di lui. Abito entro i bracci del Rodano, un posto
magnifico, dove il cielo e la terra si specchiano negli stagni...."
"Se il tuo paese è così bello, perchè riempi il mio coi tuoi lamenti?" lo
ínterruppe Nettuno sempre più irritato.
"E' che sono obbligato a coabitare con un infernale toro nero che,appena mi
scorge, prende un piacere maligno a caricarmi con le sue corna a forma di lira.
Io non ho altra risorsa che la fuga e non trovo scampo che nel tuo impero, o
grande Nettuno. Quando la dolce brezza estiva accarezza il campo azzurrato
della tua mobile dimora, ciò mi è di grande piacere, credimi, ma d'inverno,
quando Eolo invia il grande Místral che piega le tameríci, inclina le canne e
copre le acque di spume agitate, ciò diventa un supplizio, Gran Dio degli
Oceani...."
Nettuno che incontrava sovente degli umani in difficoltà dal tempo dei naufragi
e delle battaglie navali e che, in fondo, non era un cattivo soggetto, volle
dare una possibilità al Camarghese nei confronti del suo avversario cornuto.
Egli staccò dal suo carro il cavallo di testa e gli disse: "Ecco il mio miglior
cavallo; se tu saprai fartene un amico, egli sarà per te un alleato
insostituibile di fronte al nero toro. Ma ricordati sempre che egli viene
dall'immensítà del mare e che è stato condotto da un dio: qualsiasi cosa tu
faccia, occorrerà, quando a lui sembrerà opportuno, lascíarlo libero da ogni
impedimento per venire a respirare a piene narici le sue origini marine e
divine."
Il Camarghese pieno di gratitudine ringraziò Nettuno che, in un gorgo, disparve
di nuovo sotto la superficie delle acque. Quindi egli si sentì in dovere di
blandire il troppo focoso animale che nessun umano aveva mai avvcinato. Quando
potè montare sul suo dorso e dirigerlo a modo suo, egli decise a sua volta di
perseguitare il nero toro.
Un giorno che l'uomo osservava le due punte acumínate, superbe difese del suo
avversario cornuto, si ricordò delle tre punte di ferro dirette verso di lui da
Nettuno. Egli seppe allora come avrebbe potuto infine imporre la sua legge al
toro fornito di corna a forma di lira. E da allora, si possono vedere in
Camargue, degli uomini armati di trídenti, montati su eccezionali cavalli
bianchi, condurre degli indocili tori neri.
E si possono scorgere anche dei meravigliosi cavalli liberi divertirsi giorno e
notte nella terra salmastra.