Cavalli Camargue

 
 
Camargue che si grattano

 
  Il Camargue che conosciamo oggi non è molto differente dal cavallo che nella preistoria abitava il sud della Francia. Da allora fino ai giorni nostri ha dovuto adattarsi ad un ambiente poco ospitale quale il delta del Rodano, con condizioni climatiche anche estreme e perennemente a bagno negli acquitrini. La natura ha dunque forgiato un animale fortissimo con zampe corte e molto robuste adatte ai terreni più pesanti, con zoccoli durissimi che garantiscono un'eccezionale resistenza all'umidità. Il mantello grigio nell'adulto garantisce la miglior protezione contro i raggi del sole, mentre il mantello scuro del giovane assicura ottime doti di mimetismo col terreno. Animale molto frugale, ha imparato a cibarsi di erbe salmastre e a brucare anche sotto la superficie dell'acqua. Di carattere vivace ma tranquillo, ha imparato a risparmiare al meglio le energie; non stupitevi dunque se quando non lavora appare sempre sonnacchioso e apatico. Concepito per sopravvivere, l'unica minaccia di estinzione è venuta dall'uomo. Ora questa tendenza sembra essersi fermata e negli ultimi decenni si è assistito alla rinascita della razza ed alla sua diffusione in tutto il continente.
 
 
Puledrone in acqua
Cavalli & 'Gardians'
 
  La storia recente del cavallo Camargue è fatta di duro lavoro. 'Strumento di lavoro' del gardianne (letteralmente 'guardiano'), ha passato gli ultimi secoli dentro e fuori da stagni melmosi, all'eterno inseguimento di bovini che da quelle accoglienti paludi non volevano proprio uscire. L'uso più importante che si è fatto del cavallo Camargue è proprio la conduzione di mandrie di tori da combattimento. Si badi, per 'conduzione di mandrie' non pensiamo al tranquillo trasbordo di centinaia di quieti bovini a cui tanti film western ci hanno abituato. Il toro Camargue è un erbivoro molto bellicoso che tende ad inquietarsi parecchio appena viene spostato dalla sua tranquilla pozzanghera di fango. Immaginate dunque quanto può essere complicato e pericoloso il lavoro del gardianne.
Puledri che mangiano
Nei secoli i gardians hanno elaborato una serie di sistemi e mezzi per poter gestire queste mandrie inquiete. Tanto per cominciare hanno preso una sella spagnola e le hanno apportato un'ampia serie di modifiche creando una sella in cui il cavaliere è praticamente incastrato, per meglio sopportare le difficili manovre necessarie al lavoro col bestiame. Hanno poi creato tutta una serie di imboccature non certo delicate e su cui sorvolerei molto volentieri. Inoltre hanno inventato il tridente, bastone analogo alla picca spagnola ma più corto e dotato, su un'estremità, di un puntale in ferro con tre punte tozze. Hanno poi edificato delle arene in legno dotandole di corridoi e pesanti porte per poter dividere ed indirizzare i bovini. Il cavallo in tutta questa confusione ha finito ovviamente per scivolare in secondo piano, ma non dimentichiamo che lui nel lavoro con il bestiame ci ha sempre messo tutto sè stesso. Nato nella palude, mangiando gomito a gomito con il turbolento cugino nero, ha sviluppato un enorme 'cow-sense' che lo porta fino ad aggredire i bovini, che giustamente imparano a temerlo e ad evitarlo. Non è cattiveria ma semplice istinto, spirito di sopravvivenza sviluppatosi nei millenni di vita selvaggia. Quello stesso istinto ne fa ancora oggi un cavallo eccezionale per il lavoro con il bestiame.


L'uso moderno del Camargue

 Cavallo dall'animo vivace il Camargue è soggetto molto duttile che si presta egregiamente ad innumerevoli usi sportivi. Per quanto il suo ruolo principale sia quello di cavallo da "diporto sportivo", il nostro bianco amico è un'eccezionale cavallo da bestiame (Non dimentichiamo che ancora oggi in Francia è molto usato nel ruolo di mandriano).
Non mancano comunque sportivi che lo aprezzano nelle più disparate discipline, dal salto agli attacchi, dal reining al volteggio. Proprio le linee di sangue italiane sono al centro di un certo interesse per quanto riguarda il salto ostacoli, in virtù del gran lavoro di selezione svolto nel tentativo di alleggerirlo.Cavvalli che dormono








  Delta
 Il 'Delta', Camargue emiliano
 
  Eccoci dunque al nuovo nato in Italia, cavallo di origine francese, naturalizzato emiliano. Sì perchè è lì, nella verde Emilia che nasce dopo attente selezioni il Camargue più bello che ci sia, il 'Delta'. Del parente francese possiede il 100% del sangue, ma la pazienza di pochi allevatori ha saputo migliorare questa razza attraverso accoppiamenti mirati ed una nutrizione molto accurata. Oggi questo cavallo possiede una sua identità, attraverso un libro genealogico istituito a Ferrara, con standard morfologici ed attitudinali ben precisi. Del cugino francese possiede i pregi, con una stazza leggermente maggiore e forme decisamente più armoniche; il tutto per adattarlo al gusto ed alle esigenze di casa nostra. Non rinnega certo le tradizioni francesi, del resto è proprio dall'Emilia che nasce l'interesse per la cultura 'gardianne', ma cerca anche di guardare al presente, alle esigenze di un'equitazione moderna sempre più variegata e complessa.